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| Ha radici anche lucane il calcio argentino
POTENZA - Dici ''Mano de Dios'' e “Bombonera”, e pensi a Diego Armando Maradona e allo stadio di Buenos Aires del Boca Juniors, da cui il “Pibe de oro” ha spiccato il volo: la storia del calcio argentino ha radici italiane, che più precisamente la tradizione vuole genovesi, ma in realtà tra i fondatori c'erano Juan e Teodoro Farenga, due degli otto figli di Francesco Paolo, nato a Muro Lucano (Potenza) nel 1847 ed emigrato in America Latina a 20 anni.
I nomi dei due discendenti lucani compaiono da sempre nella storia del Boca, pubblicata anche sul sito internet del club. Ma grazie alle ricerche della Commissione regionale dei lucani all’estero, è emerso che Juan e Teodoro erano appassionati di calcio e figli della Basilicata: “Quello che ci ha incuriosito - ha detto il presidente della Commissione, Pietro Simonetti – è stato il cognome dei due ragazzi. Abbiamo chiesto alla coordinatrice dello sportello lucano in Argentina, Jolanda Labolitta, di effettuare ricerche più approfondite, scoprendo il loro legame con Muro Lucano, e riuscendo poi a ottenere il certificato di nascita del padre, Francesco Paolo”.
Juan e Teodoro vivono nel quartiere La Boca di Buenos Aires, e con Santiago Sana, Alfredo Scarpatti, Esteban Baglietto (gli altri tre fondatori), giocano in una squadra di immigrati italiani, la “Independencia Sud’'. Decidono però di avere una società tutta loro, che “progettano” il primo aprile 1905 in piazza “Solis“: le fondamenta del Boca sono state però gettate ufficialmente il 3 aprile 1905, quando il primo comitato direttivo si riunisce proprio a casa dei Farenga. Per ricordare questo evento dopo 105 anni, la commissione regionale dei lucani all’estero ha deciso di premiare uno dei nipoti di Juan e Teodoro, Juan Antonio: la cerimonia si svolgerà a Buenos Aires il prossimo 2 maggio, per un “giusto riconoscimento a questo grande pezzo di storia del calcio mondiale”, costruito da braccia di emigranti, figlie di un piccolo centro della Basilicata.
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