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| Moratti spedisce a casa Balotelli
Balotelli: «Chiedo scusa ai tifosi». Non all’allenatore, non alla società e nemmeno ai compagni. Mourinho prima lo convoca, poi interpreta la lettera aperta del giocatore come l’ennesima provocazione e si infuria, sfiorando lo scontro fisico. Morale? Balotelli in serata se ne torna a casa, prelevato dall’agente Mino Raiola. Niente Atalanta, questo pomeriggio, per quanto nei piani avrebbe dovuto scendere in campo. È l’ennesima esclusione, ma a differenza delle altre la notizia gli viene recapitata da Massimo Moratti in persona, al termine di un blitz alla Pinetina: «Caro Mario, questo clima non mi piace, è troppo pesante. Meglio se lasci il ritiro». Anche perché in mattinata i tifosi della curva nord lo avevano avvisato con un comunicato: «Per noi non esisti più». Da qui al mercato, il passo sarà brevissimo.
E pensare che per smorzare una tensione salita ormai alle stelle, Mario ha abbassato il capo (un’altra volta), chiedendo perdono dopo averci riflettuto due giorni: «Ho perso la testa, sto attraversando il periodo più difficile della mia vita. Non capivo più niente e alla fine mi sono tolto la maglia per sfogare la mia rabbia. Mi spiace non aver controllato la tensione e la frustrazione che da mesi mi stanno logorando. Spero di riuscire a risolvere il problema con alcuni compagni e con la società». Proverò a uscirne, scrive Balotelli: «Non ce l’ho con i tifosi, tanto meno con quelli della curva. Mi hanno sempre sostenuto, anche quando gli altri mi fischiavano. Finché indosserò la maglia dell’Inter farò di tutto per onorarla e per loro vorrei che la squadra vincesse tutto».
Sembra più un gesto doveroso che un sincero atto di scuse. Tanto che gli ultrà della curva l’avevano preceduto all’ora di pranzo: «Per noi non esisti più, caro Mario. E con questa nostra, ti diciamo addio. Se la società decidesse di ritirare la maglia, oltre che per meriti sportivi, anche per chi ha infangato l’immagine del club, il 45 non potrebbe più comparire sulla schiena dei nostri giocatori per i prossimi 200 anni!». In più, un invito che è una minaccia: «A fine stagione, quando ci ritroveremo a tributare il dovuto applauso ai protagonisti, tu non abbi l’ardire di presentarti».
Fine delle trasmissioni, e questa lettera, in un attimo, ha spazzato via anche quei timidi cori di incoraggiamento che si erano sollevati alla Pinetina, dove eccezionalmente Mourinho aveva aperto i cancelli al pubblico per l’allenamento (non accadeva dallo scorso agosto). Mario, in campo già alle 10,20, ha parlato con un paio di compagni (Arnautovic e Julio Cesar), ha fatto il «torello», ha corso e poi ha proseguito con qualche esercizio di riscaldamento. Prima della partitella, ha preso da parte Milito, uno dei tre della rissa ...Read the whole post...
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